La tua mano

La tua mano.
o anche soltanto
le tue tre dita
che reggono la tazza
mostrano
intero il tuo corpo
nudo
chiudo gli occhi
perché tu non veda e parta
mezzogiorno
nel quartiere passa
l’arrotino
gli darò di nascosto
i dodici coltelli.

Ghiannis Ritsos | da Erotica, 1981

poesia proposta da Mariella Cardinale

*Ghiannis Ritsos (in greco: Γιάννης Ρίτσος; Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990) è stato un poeta greco. È il quarto e ultimo figlio di una famiglia di proprietari terrieri. Bambino precoce, inizia a scrivere i suoi primi componimenti all’età di otto anni, coltivando al contempo la passione per la musica e la pittura, forme d’arte alle quali resterà fedele per l’intera sua vita. L’infanzia e la giovinezza di Ghiannis, tuttavia, sono presto scosse da lutti e malattie: il fratello e la madre moriranno di tubercolosi, mentre il padre (consumato dalla ludopatia, che costerà alla famiglia il disastro economico) e la sorella finiranno ricoverati in un istituto psichiatrico. Desideroso di ricevere un’istruzione universitaria, si trasferisce, nel 1925, ad Atene, ma, a causa delle scarse sostanze economiche, è costretto a rinunciare agli studi. Per vivere, dunque, Ghiannis si impiega come dattilografo e come copista per una banca. Colpito, nel 1926, dalla tubercolosi, trascorre tre anni in sanatorio, durante i quali matura la sua adesione al marxismo. Dimesso dal sanatorio, si impegna nella direzione della sezione artistica di un’organizzazione legata al Partito Comunista, curando gli allestimenti teatrali di spettacoli cui prenderà parte anche come attore. E alla carriera attoriale si dedicherà, a partire dal 1933, per diversi anni, svolgendo attività di ballerino e di comparsa nel teatro ateniese di Kypseli e in quello Nazionale, senza rinunciare all’impegno politico e alla prediletta vocazione poetica. Così, nel 1934, vede la luce la raccolta Trattore, a stretto giro seguita, già nel 1935, da un’altra, intitolata Piramidi. Le raccolte, di contenuto sociale, sono entrambe caratterizzate — come ha evidenziato Nicola Crocetti — da una forte «ispirazione umanitaria». Ritsos è considerato uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo, insieme a Konstantinos Kavafis, Kostis Palamas, Giorgos Seferis, e Odysseas Elytīs. Il poeta francese Louis Aragon, prefando l’edizione francese di Pietre Ripetizioni Sbarre (Gallimard, Parigi 1971), ha sostenuto che Ritsos è «il più grande poeta vivente di questo tempo che è il nostro». Ritsos è stato proposto 9 volte, senza successo, per il Premio Nobel per la Letteratura. Quando il poeta vinse il Premio Lenin per la pace, assegnatogli nel 1975-76, egli dichiarò che “questo premio è più importante per me rispetto al Premio Nobel”. La sua poesia è stata spesso vietata in Grecia durante le fasi di regime autoritario per le idee di sinistra del poeta e la sua vicinanza politica al partito comunista greco (KKE). Le maggiori opere del poeta includono Trattori (1934), Piramidi (1935), Epitaffio (1936), e Veglia (1941–1953). Ritsos principalmente ha scritto le poesie con un intento politico, “servendo il comunismo con la sua arte”. Una delle sue poche opere che differiscono da questo tema politico è La sonata al chiaro di luna. (Fonte: Wikipedia)

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